domenica 2 dicembre 2007

SEGNALAZIONE: Philippe Claudel

Philippe Claudel è nato nel 1962 in Lorena. Scrittore e sceneggiatore, ha pubblicato J'abandonne, Bruit des trousseaux, Petites mécaniques. Con “Le anime grigie" ha vinto il Prix Renaudot 2003 ed è stato eletto miglior libro dell'anno dalla redazione di Lire. Da poco in Italia è stato tradotto il suo ultimo romanzo “La nipotina del signor Linh”

Philippe Claudel, professore di francese, ha scelto, dopo qualche anno di insegnamento nei licei, d’insegnare ai ragazzi con handicap motori, poi ai detenuti nel carcere di Nancy, infine è passato all’insegnamento universitario presso l'Università di Nancy II (Antropologia culturale e Letteratura).

Grande ammiratore di Simenon e del Giono del dopoguerra, costruisce con maestria degli universi in cui la semplicità tenta di dissimulare l'oscurità dei drammi che segnano le nostre esistenze. Fa risalire il suo desiderio di scrivere così lontano che non ne ha memoria.

Nel 2004 diventa direttore di una nuova collezione di romanzi presso la casa editrice Stock. e con “Ecrivins ?” è iniziata la scommessa di pubblicare quattro volte all’anno brani di scrittori in cui il solo vincolo è l’elemento “vino” che serve da sfondo o è semplicemente evocato.



LE ANIME GRIGIE

Prima guerra mondiale. In un paesino a pochi chilometri dal fronte, risparmiato dalla guerra grazie alla riconversione di una fabbrica che esenta gli uomini dall'obbligo militare, una bambina di dieci anni viene trovata uccisa in un canale. Un caso chiuso in fretta che viene riaperto, a distanza di quasi vent’anni, dal poliziotto che aveva indagato all’epoca e che è ancora ossessionato dall’idea di scoprire la verità. Il pretesto poliziesco e la cornice storica lasciano presto emergere il ritratto di una piccola comunità osservata quasi con l’occhio di un antropologo. E’ anche un racconto morale in quanto riflette sulla condizione umana, su come ”si uccide molto in una giornata, senza nemmeno rendersene conto, con pensieri e parole“.

Qui il Male non ha contorni definiti, ma penetra e permea l’animo di ognuno, anche delle vittime. Non esistono santi né carogne, "siamo tutti delle anime graziosamente grigie", pronte a fare del male se un dolore profondo ci uccide l'anima, capaci di mostrare un sorriso sereno e di essere morti dentro. Un romanzo che non giudica, ma neppure assolve e che assume i contorni della tragedia. L’autore traccia un mondo nel quale c'è ”morte all'opera in ogni dove“, e per farlo getta una luce, talvolta violenta, talvolta soffusa, sui suoi personaggi rivelando i tratti sublimi e quelli terribili dell'uomo.

A questo proposito sono rivelatrici le parole tratte dai pensieri di Pascal, che il procuratore Destinat (nomen omen) tiene come livre de chevet: ”L'ultimo atto è sanguinoso, per bella che sia stata la commedia e tutto il resto“.

Una parola sullo stile, talvolta forte e crudo, talvolta poetico e pieno di immagini, ma sempre efficace. La traduzione è perfetta.

Susanna Daniele

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