martedì 1 gennaio 2008

QUESTO L’HO LETTO IO

di Cristina Bianchi

Batya Gur

Autore: nata a Tel Aviv il 20 gennaio 1947, Batya Gur si è laureata in Letterature comparate all’Università di Gerusalemme, dove ha insegnato Letteratura per quasi vent’anni.
Ha pubblicato il suo primo romanzo poliziesco a 39 anni, al quale sono seguiti altri cinque libri gialli il cui protagonista è il detective intellettuale Michael Ohayon.
In italiano sono stati pubblicati:
“Delitto in una mattina di sabato” (1988), di cui è stato fatto un adattamento per la tv israeliana
“Delitto alla facoltà di Lettere” (1993) – attualmente in libreria con una riedizione di Nottetempo
“Omicidio nel kibbutz” (1994)
Altre pubblicazioni in inglese da HarperCollins, New York:
Murder Duet: a Musical Case (1999)
Bethlehem Road Murder: A Michael Ohayon Mystery (2004)
Stone for Stone (2005)
Oltre ai romanzi, Batya Gur ha pubblicato racconti e decine di articoli di critica letteraria, cultura e arte per il quotidiano Ha’aretz.
È morta di cancro a Gerusalemme il 19 maggio 2005.

Omicidio nel kibbutz

Protagonista: l’ispettore Michael Ohayon, di origine sefardita, è arrivato bambino nel nascente Stato di Israele, proveniente dallo Yemen insieme alla sua comunità. E' un poliziotto con una formazione letteraria, vive a Tel Aviv, ma ritorna nella comunità che lo ha cresciuto. Il kibbutz lo ha accolto, ma non l’ha mai accettato fino in fondo. Insomma, è un ebreo errante fra la sua gente, a metà tra la tradizione e la modernità, non schierato, ma neppure neutrale.
Altri personaggi:
Osnat Harel, segretaria della comunità del kibbutz e orientata verso la modernità;
Dvorka, difende strenuamente la tradizioni e lo spirito originario dei fondatori;
Gutta e Fania, sorelle scampate alla Shoah.

Trama

L’assassinio di Osnat porterà Michael a scoprire dinamiche insospettate all’interno della comunità, dove il senso del bene comune dovrebbe essere il motore di tutto ed invece rancori, invidie e conflitti interiori minano il senso di appartenenza al kibbutz ed alla sua filosofia di vita.
Il finale è amaro e, seppur non prevedibile, assolutamente in linea con gli eventi che lo preparano.

Commento: interessante soprattutto perché ci fa scoprire un mondo sconosciuto, un popolo che ha dovuto imparare a non mettersi in mostra.
Lo scontro generazionale tra i pionieri e i più giovani, sensibili al fascino della società occidentalizzata delle grandi città, fa da sfondo all’omicidio della segretaria progressista.
Lo stile è scorrevole, anche se si tratta di un libro che richiede un po’ di impegno nel seguire l’intreccio dei fatti. Il thrilling è sufficientemente sostenuto dall’indagine introspettiva dei personaggi.

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